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    25

    2017
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Ortopedia Melito: Il “Tiberio Evoli” nevralgico per l’Area Grecanica e la Città metropolitana»

Ortopedia Melito: Il “Tiberio Evoli” nevralgico per l’Area Grecanica e la Città metropolitana»

La sanità in Calabria resta proprio un problema. «A causa di tagli di risorse, vincoli ministeriali e commissariali, sprechi di denaro, interessi personali e territoriali, clientelismi elettorali e scarsa sensibilità politico-istituzionale-burocratica locale, il quadro della sanità calabrese è desolante. Questi elementi si ripercuotono sulla salute dei cittadini, visto che troppo spesso la sanità negli ospedali e nel “territorio” è sempre più indebolita in termini di risorse umane e strumenti tecnici ed è sovraccaricata per flussi ed interventi. La situazione è sempre più insostenibile. Il recente “Caso Melito” non fa eccezione».

Il MeetUp Reggio Cinque Stelle non molla la presa e, dopo il proprio intervento di qualche giorno fa, affiancato dalla parlamentare calabrese del M5S Dalila Nesci, che più volte è intervenuta sul tema della sanità, tiene i riflettori accesi sull’accorpamento temporaneo dell’organico medico dell’Unità operativa di ortopedia del “Tiberio Evoli” presso l’ospedale di Locri dal 15 giugno al 30 settembre e sui conseguenti proseguimento delle attività traumatologiche ed artroscopiche solamente in day surgery e one day surgery e blocco dei ricoveri traumatologici d’urgenza ed ordinari.

«Perché non si provvede ad assumere il personale mancante per il reparto di Ortopedia di Locri e si preferisce colpire mortalmente l’analoga efficiente unità operativa di Melito e l’intero “Tiberio Evoli” indebolendo così la sanità grecanica, specialmente in un periodo di grandi presenze come quello estivo?» è la domanda che pongono i penstastellati reggini.

«Eppure c’è una legge, la 161/2014, entrata in vigore nel novembre 2015 recependo la direttiva europea su turni e riposi, che prevede per la Calabria l’assunzione di quasi 1300 unità di personale sanitario tra medici, infermieri ed altre figure. Ma di queste non c’è traccia e il Ministero della salute se ne infischia, mentre gli ospedali e il “territorio” scoppiano e gli operatori della sanità sono quotidianamente costretti a sforzi psicofisici immani per non svilire la loro professionalità ed evitare disagi o danni ai pazienti» è un altro loro passaggio.

«Dal Pollino allo Stretto, non si può continuare ad avere paletti burocratici come quelli della assunzioni e tagli che si riverberano sulle prestazioni; ad avere dispersione di risorse a fronte di diminuzione di posti letto o di chiusure di strutture; a tener conto di ambizioni o a lotte fra campanili; a fare della sanità uno spazio dove ottenere peso e potere politico utilizzandolo in cambio di prestigiose posizioni sanitarie» affermano ancora.

«Dunque, è ora di dire basta. Anche ad un immobilismo della Regione, incapace di pesare sui tavoli romani, di far contare di più le persone rispetto ai numeri e di indicare una progettualità che, nonostante le difficoltà, provi a far uscire la nostra sanità da una cronica emergenza. Così come di molti comuni, come nel “Caso Melito”, spesso inadeguati a difendere la sanità dei propri territori. Ed è a questi, nell’occasione a quello grecanico, che ribadiamo la nostra vicinanza e il nostro impegno» è la conclusione del MeetUp Reggio Cinque Stelle.

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