• ago

    18

    2016
  • 630
Appalti e opere pubbliche: urgono nuove regole

Appalti e opere pubbliche: urgono nuove regole

Il rinnovato slancio di completamento delle opere pubbliche in città, sebbene non possa che essere salutato con favore, impone di non abbassare la guardia sul rischio di infiltrazioni mafiose. Nonostante larga parte dei cantieri che a breve saranno aperti siano già da tempo appalti, la prospettiva di dare fondo al decreto Reggio per trasformare le incompiute che fanno scempio della città in opere complete obbliga l’amministrazione a un nuovo rigore nella gestione degli appalti pubblici, pena il possibile reiterarsi di quelle dinamiche che già in passato hanno portato a spalancare le porte dell’amministrazione ai clan”. È questo il monito che gli attivisti reggini del Meetup Reggio 5 Stelle vogliono lanciare al sindaco Falcomatà e alla sua Giunta, impegnata in questi mesi nel rilancio dei cantieri cittadini. “Non più tardi di qualche mese fa, la Procura ha mostrato, carte alla mano, come la maggior parte dei grandi appalti degli ultimi anni sia finita in mano ad un condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa come Amedeo Matacena, che si è preoccupato di distribuire forniture e subappalti fra ditte riferibili a tutte le cosche cittadine. Si tratta di uno scempio che tocca alla magistratura perseguire, ma che le istituzioni locali non possono né devono permettere”. Un obiettivo che per gli attivisti pentastellati è raggiungibile solo introducendo regole ferree nell’assegnazione dei lavori, che superino in rigidità anche quanto attualmente previsto dalla normativa. “Per evitare che gli appalti siano terreno di conquista di clan di ‘ndrangheta o di lobbies è necessario eliminare la pratica degli affidamenti diretti di appalti e commesse, vincolandone l’assegnazione alle procedure di evidenza pubblica. Al contrario, sarebbe auspicabile delegarne per quanto più possibile la gestione alla Sua”. Inoltre per il Meetup 5 Stelle è necessario “pretendere da tutte le aziende partecipanti alle gare comunali la certificazione antimafia, come disporre sulle vincitrici controlli periodici da stabilire in sinergia con la Prefettura”. Infine, per il Meetup reggino è fondamentale “che vengano escluse dalle pubbliche gare tutte quelle imprese o aziende i cui soci di maggioranza o minoranza siano stati colpiti da indagini antimafia o anticorruzione. Pur nel rispetto assoluto del garantismo che presume l’innocenza del soggetto fino al terzo grado di giudizio, crediamo – dicono gli attivisti 5 Stelle – che l’amministrazione sia in dovere di tutelarsi da possibili infiltrazione. Parimenti crediamo che negli appalti pubblici debba essere favorito l’inserimento di imprenditori che si siano schierati apertamente contro le mafie, denunciando vessazioni subite, costituendosi parte civile nei procedimenti o portando alla luce irregolarità in forniture e appalti. Solo dimostrando concretamente che l’onestà paga, la pubblica amministrazione sarà in grado di mettersi al riparo dai clan che nell’ultimo decennio hanno fatto di pubblici appalti e forniture il proprio maggiore business.

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